La prostituzione ha una storia antica: si parla di essa come "del più vecchio mestiere del mondo".
In numerosissime società ci sono state donne e uomini che si vendevano per sesso.
A volte queste pratiche erano legittime, si trattava di un'occupaziona pubblica, altre
volte erano nascoste e furtive.
In molte parti del mondo antico c'era una stretta associazione tra prostituzione e religione.
Per esempio nell'antica Babilonia, in Mesopotamia ed in grecia la prostituzione nei templi era
una istituzione riconosciuta.
Essa faceva parte del servizio che veniva tributato a molti dei ed era considerata un'occupazione
assai onorevole, in cui le donne erano prostitute stabili o occasionali utilizzate dai fedeli.
La Cristianità considera la prostituzione come qualcosa di immorale.
Tuttavia molte autorità religiose (Sant'Agostino, San Tommaso d'Aquino) hanno accettato la prostituzione
come un male necessario.
Da una parte le Chiese hanno condannato le pratiche sessuali fuori dal matrimonio, ma hanno anche
dovuto ricordare che Cristo aveva perdonato Maria Maddalena, una prostituta, e aveva detto a un
gruppo di mercanti e farisei che le prostitute sarebbero andate inparadiso prima di loro.
Con Carlo Magno Imperatore si emana nell'809 il capitolare "de disciplina palazii aquisgraniensis"
per effetto del quale le prostitute venivano condotte nella pubblica piazza e fustigate.
I Carolingi aggravarono le pene giungendo addirittura al taglio delel orecchie, al marchio
col ferro rovente.
Finalmente il mercato del sesso entra nel mondo del lavoro con Enrico II a Londra nel 1161
e Filippo Augusto in Francia nel XIII sec. riscoprono il "Ditterio" un vero e proprio Ente
di Stato le cui entrate venivano poi versate nelle casse dell'erario.
Si inaugurarono in quei periodi molti postriboli.
Alla prostituzione legale e censita si assomma però una prostituzione coatta: un esercito
di prostitute di riserva, nel 600, di quella che Focault chiamerà la "grande reclusione"
che riempirà gli istituti di correzione, gli ospizi, le navi dei deportati.
L'aumento delle classi disagiate e povere farà sì che si verifichi un aumento della prostituzione
in proporzioni geometriche.
Nel nostro secolo con la legge Merlin del febbraio 1958 depenalizza il reato di prostituzione,
influenzando così il percorso di evoluzione di questo fenomeno.
Nella metà degli anni '80 in Italia e in Europa, la prostituzione è considerata fenomeno
inalienabile ed è concepita come comportamento individuale lecito, lasciato alla libera
scelta delle persone che la esercitano; l'ampia affermazione dei diritti della donna nell'ultimo
quindicennio ha garantito anche alle prostitute un'appropriazione del proprio corpo, restituendo
loro più ampi diritti personali e rendendole artefici della libera commercializzazione del proprio
sesso, imprimendo così una spinta soggettiva a un mestiere da sempre passivo.
Molte persone considerano la prostituzione un problema: essi dicono che se essa fosse riconosciuta,
legalizzata e regolamentata, tutti starebbero meglio.
Questo fenomeno rivela tuttavia che noi viviamo in una società in cui i contatti sessuali
depersonalizzati prosperano.
E' una società in cui la sessualità di molte persone non è in grado di esprimersi in modo
tale da ricevere la giusta soddisfazione.
Forse la prostituzione è il sintomo di un malessere piuttosto che un malessere in sè.
Per il nostro paese non esistono dati statistici precisi.
L'unica cifra è quella fornita dall'Organizzazione Mondiale della Sanità che in un rapporto
del 2007 parlava di oltre mezzo milione di prostitute presenti in Italia: un quarto sarebbero
al di sotto dei 18 anni.
Tra le prostitute si trova rappresentato ogni tipo di condizione sociale, educativa e religiosa.
Alcune diventano prostitute per denaro altre per ribellarsi contro le famiglie di origine o
addirittura la società intera.
Ci sono prostitute che lavorano regolarmente, che hanno un marito, e a volte dei bambini:
considerano la loro occupazione come un lavoro regolare, nella stessa misura in cui qualsiasi
altra considera il proprio lavoro o il proprio ruolo di madre o moglie.
Ci sono vari tipi di prostitute le più comuni, che sono quelle che percepiscono i compensi
più bassi, sono quelle che si trovano nelle strade.
Ci sono prostitute che lavorano in sale per massaggi e offrono prestazioni sessuali oltre
che massaggi.
Le professioniste più eleganti tra le prostitute sono le call girls: sono anche le più costose
e le più esclusive.
Esse lavorano in appartamenti o case molto raffinate e prendono i loro appuntamenti per telefono.
Le call girls possono soddisfare anche necessità emotive o sociali oltre che fornire ai clienti
prestazioni sessuali.