I disabili non sono angeli senza sesso e senza età, non sono eterni bambini che passano dall'infanzia
alla vecchiaia senza relazioni nè vita sociale ma sono persone che si innamorano e desiderano costruire
legami affettivi eppure le loro espressioni sono temute, non riconosciute se non addirittura negate.
La sessualità dei disabili deve innanzitutto partire dal concetto di persona accantonando ogni pregiudizio
verso l'handicap e imparando a guardare i disabili come persone perfettamente normali, dotati di una
ricchezza interiore, ma sopratutto comprendendo i loro bisogni elementari anche sessuali;
solo in questo contesto potremo parlare serenamente della loro sessualità e delle loro pulsioni sessuali
ma sopratutto potendo aiutare e incentivare tangibilmente i disabili ad esprimersi anche nel sesso.
La sessualità dei disabili spesso è fatto di carezze, dolcezza e di finezze e non deve necessariamente
essere una ginnastica fatta di performance come talvolta accade nelle persone "abili" intente ad affermare
solo potenza virile e sesso tecnico;
il sesso dei disabili sà aprezzare il tempo necessario per la preparazione, la paziente nel disporsi in
modo che il partner riesca ad avere un raporto sessuale rende sublime l’amplesso amoroso e questo perchè
l'handicap, qualunque esso sia, non potrà mai impedire ai disabili di amare il partner.
Purtroppo l'atteggiamento comune nei riguardi della sessualità dei disabili pare dominato da irrazionalità
e da forti pregiudizi tanto da arrivare a proporre quale soluzione l'aseverazione di prostitute quali
"assistenti sessuali" per disabili che presteranno la loro opera all'interno dei club prive riadattando
il modello proposto dalla attempata prostituta olandese Nina de Vries che opera a Berlino (Germania) dove
naturalmente la prostituzione è legale.
In attesa di conoscere come reagirà il ministro delle Pari Opportunità siamo dell'avviso che risolvere il
problema della sessualità dei disabili con la legalizzazione delle prostitute riviste e corrette in "assistenti
sessuali", oltretutto relegata all'interno dei club prive italiani (i quali rispetto agli standard europei
deficiono gravemente agli standard igienico sanitari che architettonici) non possa risolve il problema poichè
che è molto più complesso di quanto credano.
Nelle politiche sociali della Dragon sulla disabilità si fa chiarezza sul concetto che l'assistenza
sessuale a pagamento non risolve il problema ma risulta essere solo una scorciatoia mentre occorre
insegnare ai disabili l'affettività fa parte della loro vita anche sessuale e insegnare ai disabili
stessi a giocare con l'amore insomma vivere la loro sessualità in modo sostenibile: non un problema
da risolvere ma un piacere con cui godere foss'anche con l'uso di giocattoli sex toys adeguati.
Se oggi in Italia associazioni come la Federsex vuole in nome dei
diritti universali sessuali
relegare il problema della sessualità nell'handicap dei disabili all'uso dell'assistente sessuale, non
solo a pagamento, ma esercitante esclusivamente all'interno dei loro club privé associati e tesseranti
arrogandosi così l'esclusività di una legale mercificazione tutto ciò porterebbe unicamente ad una
monetizzazione fine a se stessa e non solo non risolverebbe il problema della sessualità nei disabili ma
andrebbe a svilire la dignità suprema dell'uomo sia anche disabile.
Negli ordinamenti Dragon si evince che essendo la sessualità e i suoi giochi una caratteristica naturale
degli esseri umani, compresi i disabili, questa sessualità dei disabili non è una sessualità speciale,
diversa da quella di tutti gli esseri umani: diverso è il modo di concretizzarlo nel fare sesso anche con
strumenti adeguati e di supporto che liberano l'ostacolo funzionale del nostro corpo.
Per chi ha disabilità fisica sono tanti i pudori e le vergogne di esporre il proprio corpo come anche
grandi i timori di un abbandono nel futuro prossimo da parte del o della partner: anche il timore di non
essere all'altezza se non addirittura in grado di soddisfarlo/a sessualmente a causa della propria disabilità.
La Dragon ha disposto una capilllare informazione anche sull'uso dei sex toys più avanzati idonei all'uso
specifico da parte di soggetti disabili sia maschili che femminili in quanto occorre parlare non di "diritto
alla sessualità" ma di diritto ad esercitarla, cioè di "fare sesso".
Anche i disabili fanno sesso se ne hanno l'occasione e lo fanno in modo allegro e piacevole (note redatte e
statistiche dragon anche da fonti di promoter sex toys dragon zonali).
Per non affrontare i veri e grandi problemi del far sesso di chi non ha l'autonomia delle scelte, genitori
e operatori tendono a mischiare il desiderio di fare sesso dei disabili con il suo desiderio d'amore, per
potere più tranquillamentre parlare di quest'ultimo.
Il desiderio dell'amore lo abbiamo tutti ed è certo che essere in situazioni di disabilità comporta delle
difficoltà per vivere il sesso: ma non le comporta per colpa della disabilità.