Flagellazione (flagellation)
Termine che deriva dal latino 'flagellum', diminutivo di 'flagrum', un tipo di flagello provvisto di nodi o anche, in casi estremi, di uncini, usato un tempo per punire gli schiavi. L'effetto 'pungente' dato dai nodi (che a volte contenevano palline di piombo) era visto metaforicamente come il pungiglione della coscienza che rimorde il reo.
Usato dapprima in Inghilterra per definire l'auto-fustigazione dei religiosi medievali seguaci del culto dei Flagellanti, e più tardi per indicare altre pratiche non punitive come le fustigazioni del Diciottesimo secolo eseguite sui malati di mente per un supposto scopo terapeutico e le 'sferzate di salute' praticate un tempo nelle tradizionali saune inglesi (per stimolare la circolazione).
Nell'era moderna il termine è usato fra psicologi e qualche volta fra Dom/Domme professionisti per descrivere varie forme di fustigazione relativa al sadomaso per la stimolazione erotica.
Sebbene attualmente fuori moda sulla scena SM (le forme accorciate sembrano ormai obsolete), e caricato di significati religiosi, il termine può ancora essere usato nel suo senso generale
Il vizio Inglese o Flagellazione
I francesi del XIX secolo chiamavano omosessualità il "vice allemand" e con sdegnosa noncuranza
per la precisione, si riferivano alla flagellazione come al "vice anglais" scordando alcune scomode
eccezzioni come De Sade, Rosseau, e i flagellanti erotico-religiosi della Spagna medioevale.
In effetti le scuole inglesi erano le responsabili della trasformazione di gentiluomini in anormali.
Infatti i ragazzi delle classi superiori educati fin dall’infanzia da "nannies" e istitutori che
ritenevano che risparmiare le frustate avrebbe rovinato il carattere al bambino, quindi nella loro
età adulta avrebbero continuato ad aver bisogno di essere picchiati per essere stimolati.
Un ragazzo frustato da una giovane governante nei confronti della quale egli aveva avuto fantasie
sessuali infantili o da un istitutore da lui adorato nell’adolescenza, nella vita adulta poteva trovare
fortemente eccitante la flagellazione.
Se il marchese De Sade aveva dato il suo nome al piacere sessuale ottenuto infliggendo dolore si trovò
ragionevole chiamare "masochismo" il piacere opposto di essere percossi, umiliati o dominati, dal nome
del suo più autorevole divulgatore, quel Ritter Leopold von Sacher-Masoch, un altro austriaco con qualche
merito accademico, che nel 1870 aveva cominciato a pubblicare romanzi e racconti sull’argomento di uomini
che avessero bisogno di donne che procurassero loro sofferenze fisiche.
"Amo la maestà della sofferenza umana" sciverà Alfred De Vigny; "l’uomo deve essere vittima impotente
della rabbia furiosa di una bella donna…" canterà nelle sue liriche Algernoon Charles Swinburne, una donna
forse come " Dolores, Nostra Signora del Dolore Sensuale " che aveva
Fredde palpebre che celano il gioiello
di duri occhi, solo per un’ora dolci;
forti e bianche membra, e rossa bocca
crudele come un fiore velenoso …
Gli astri della letteratura masochistica erano dei romantici, per i quali la femme fatale con la frusta
in mano significava molto più della sofferenza stessa. Se l’immaginazione e l’iniziativa privata erano
di solito sufficienti al masochista romantico, quello " funzionale " aveva bisogno dei suoi particolari
postriboli, anche se, durante i suoi periodi di astinenza, poteva a volte consolarsi con qualche libro
pornografico di cui gli inglesi erano specializzati.
Taine attribuiva all’eccessivo consumo di alcol e di carni rosse la tendenza degli inglesi alla
flagellazione, ma le ragioni erano in realtà psicosomatiche. Per alcune persone, un acuto dolore
fisico ha il potere di stimolare invece che di reprimere i centri nervosi responsabili della risposta
sessuale.
La collera può avere lo stesso effetto, cosicchè il masochista funzionale tende facilmente verso il
sadismo (algolagnia è la parola ambigua che indica il piacere inseparabile dal dolore inflitto o ricevuto).