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della sessualità

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Bellezza e simmetria erano concetti fondamentali nella visione greca del mondo. Fondamentali anche per l’istituzione sociale della pederastia. Il termine pederastia per i Greci significava l’amore di un uomo per un fanciullo che avesse oltrepassato la soglia della pubertà ma non avesse ancora raggiunto la maturità. "Sedici è l’età perfetta"…diceva Stratone. Teoricamente accadeva che un ragazzo, una volta terminato il suo ciclo scolastico regolare, era preso sotto la protezione di un adulto più anziano, di solito di circa trent’anni, che si assumeva la responsabilità della formazione morale ed intellettuale del ragazzo, trattandolo con gentilezza e benevolenza, comprendendolo e riscaldandolo con quel puro amore il cui solo fine era, secondo Socrate, di coltivare nel pupillo, la perfezione morale. "le donne non sono assolutamente inferiori agli uomini", osservava cortesemente Socrate, rovinando poi l’effetto di questa affermazione con l’aggiungere, "tutto ciò di cui avrebbero necessità sarebbe un po’ più di forza fisica ed energia morale". Gli studiosi della classicità hanno opinioni diverse sulle origini della pederastia nell’antica Atene, benchè la maggior parte di essi concordino nel ritenere che questo fenomeno fu importato da Sparta, dove la rigida struttura di organizzazione di tipo militare e la segregazione dei sessi avevano provocato la diffusione di questa pratica, facendone quasi la norma. La società ateniese non era per nulla aliena nel considerare positivamente gli aspetti fisici dell’erortismo, e questi dovevano essere senza dubbio incoraggiati dalla consuetudine di allora di riunirsi in quei luoghi chiamati gymnasia dove i ragazzi ateniesi praticavano la lotta, la corsa, il salto, il lancio del disco e il giavellotto, senza altro indumento addosso che l’olio spalmato sui loro corpi e le sottili cordicelle che legavano il prepuzio, ai fini protettivi (ma allusivamente) sulla punta del pene. L’omosessualità fra adolescenti è un fenomeno diffuso, persino nell’ambito di società copiosamente abbondanti di schiave e prostitute che potevano supplire alle figlie, rigidamente sorvegliate, dei cittadini rispettabili. Gioca la collettività ed il sentimento di ammirazione e di emulazione per il superiore sia intellettuale che per bellezza e forza fisica (vedi anche collegi e scuole gesuitiche). La maggior parte delle civiltà ha tentato di ignorarla o di reprimerla; soltanto i greci e i Maya dello Yùcatan del quindicesimo secolo la istituzionalizzarono apertamente. I maya erano tra quelle popolazioni che ammettevano l’omosessualità adolescenziale, favorendola persino nei confronti dell’eterosessualità. Fino a che un giovane non avesse raggiunto l’età per sposarsi, era consuetudine che i suoi genitori gli fornissero un compagno, di solito un ragazzo schiavo, che soddisfacesse le sue necessità, scoraggiandolo dal provvedervi in altro modo. Se avesse avuto rapporti con una donna non sposata, avrebbe dovuto sposarla immediatamente. Secondo questa mentalità il matrimonio costituiva l’istituzione fondamentale.
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Ultimo aggiornamento: lunedì 25 novembre 2024