Il termine parafilia deriva dall'unione delle parole greche para ("presso", "accanto", "oltre" e
filia ("amore", "affinità").
In psicologia e sessuologia il termine parafilie o perversioni sessuali indica un insieme
di manifestazioni della sessualità umana non direttamente connessi alle finalità riproduttive
tipiche del sesso tradizionale.
In sintesi per parafilie sessuali o perversioni sessuali si intendono quelle manifestazioni
che producono un'eccitazione sessuale, che può sfociare anche in un'orgasmo vero e proprio,
in seguito a soli comportamenti o situazioni che non sono riconducibili alle normali attività
sessuali di "normale" coito.
Con il termine parafilie sessuali si intende indicare quelle pratiche sessuali non usuali ed è stato
coniato per sostituire, all'interno di una classificazione scientifica più rigorosa, la vecchia
definizione di perversioni sessuali o deviazioni sessuali (in cui era addirittura inclusa anche l'omosessualità).
Dragon è in piena sintonia con la visione del pioniere della sessuologia scientifica del
Dott. Alfred Kinsey
(23 giugno 1894 – 25 agosto 1956)
che ha osservato come i contesti sociali e culturali influenzino pesantemente le caratteristiche
comportamentali e sessuali degli individui:
"al di là delle interpretazioni morali, non c’è alcuna ragione scientifica per considerare
particolari tipi di attività sessuali come intrinsecamente, per origine biologica, normali o
anormali".
E' infatti la società e la cultura che costantemente impongono regole e leggi e non potevano
esimersi dal voler classificare quello che il comune senso del pudore reputa "sano" o "insano"
in un determinato comportamento erotico-sessuale umano; come troppo spesso accade, il non
conoscere gli elementi fondamentali dei vissuti intimi delle persone può condurre la società a
definire con termini forti e giudicanti i comportamenti e i modi di fare di questi individui e
questo specialmente se è messo in relazione con la sessualità.
Rammentiamo che ai tempi del neurologo, psicoanalista e filosofo austriaco
Sigmund Schlomo Freud
(Freiberg, 6 maggio 1856 – Londra, 23 settembre 1939) la "perversione" era definita come
"quelle attività sessuali finalizzate alle regioni del corpo non genitali" che
testualmente riportata ai giorni d'oggi una simile "diagnosi" rischierebbe di valutare
le condotte sessuali della quasi totalità della popolazione mondiale come "patologiche".
Il termine parafilie sessuali viene adottato successiovamente nel Diagnostic and Statistical Manual of
Mental Disorders, Third Edition (DSM III) 1980 con il tentativo di "sdrammatizzare" il termine di
perversioni sessuali con parafilie sessuali che è un termine certamente più scientifico e meno penalizzante
sul piano morale.
Solamente l’ossessione di dover compiere sempre un determinato comportamento unito alla
disperazione che potrebbe insorgere nel non mettere in atto tale "pratica" o "comportamento" sono
le due caratteristiche principali che fanno di qualsiasi "azione" una "perversione"!
Secondo il DSM IV-TR (2000) le caratteristiche essenziali per inquadrare a livello
diagnostico le parafilie sessuali sono unicamente "la presenza di fantasie, impulsi sessuali o
comportamenti ricorrenti e intensamente eccitanti sessualmente, che si manifestano per un
periodo di almeno sei mesi e che possono riguardare oggetti inanimati, la sofferenza o
l’umiliazione di se stessi o del partner, o bambini ed altre persone non consenzienti".
I comportamenti, i desideri, o le fantasie devono causare un disagio clinicamente
significativo o la compromissione dell’area sociale, lavorativa o di altre importanti
aree del funzionamento del soggetto.
Nella logica di quanto espresso, è necessario rimarcare quanto un comportamento
definito parafilico possa esserlo solo ed esclusivamente quando nell’individuo
sono presenti, continuamente, caratteristiche di fissità, ovvero ossessività e
disperazione durante la messa in atto costante del comportamento sessuale stesso.
Le parafilie sessuali possono essere distinte tre differenti categorie:
parafilie in forma lieve caratterizzata dalla presenza dell’impulso senza la sua
messa in atto;
parafilie in forma moderata, in cui il soggetto agisce la fantasia solo in modo
occasionale;
parafilie in forma grave, in cui la messa in atto del comportamento è ripetuta e
abituale.
Solitamente l’esordio dei comportamenti parafilici è connesso a variabili
individuali e situazionali, tuttavia l’origine si osserva nella fanciullezza
o nella prima adolescenza e diviene più definita e elaborata durante l’età
adulta.
Sempre seguendo le linee guida del DSM IV-TR possono essere individuate nove
tipologie di parafilie:
Riferimenti Bibliografici
Ayzad, (2004), BDSM - Guida per esploratori dell’erotismo estremo, Castelvecchi, Roma
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Cooper, Rev. W., (1995), Sesso Estremo I, Castelvecchi, Roma
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Freud, S., (1905), Tre saggi sulla teoria sessuale, in Opere, vol. 4, Bollati Boringhieri, Torino
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Kaplan, L.J., (1992), Perversioni Femminili, Cortina, Milano