sembra essere diventato una tendenza grazie ai mass midia che sempre più
pubblicizzano locali trasgressivi ove tutto è permesso pur aggiungendo "se da
tutti voluto".
Questo universo ormai svelato da tanta pubblicità è diventato un universo di bassa
lega dove alle antiche e lussuose ville splendidamente arredate e frequentate
esclusivamente dall'alta borghesia composta da industriali e politici (gli uni legati a
doppia corda agli altri)
si sono oggi trasformate in lotti di capannoni dove gestione, arredamento e musica
sono di bassa lega mentre la clientela (indipendentemente dalle possibilità economiche)
rimane per lo più ammutolita ma comunque non a suo agio e nella migliore delle ipotesi
incuriosaita.
E' naturale quindi chiedersi cosa spinge sempre più gente alla frequentazione dei
Club Prive tanto enfatizzati.
E' come l'immergersi in un mare sconosciuto e perciò stesso affascinante:
il fascino del brivido e dell'imprevisto.
Il torbido, l'equivoco e la trasgressione di trovarsi a fare cose deplorevoli per il
comune senso morale quando noi stessi cerchiamo di rappresentare l'emblema del perbenismo
e dell'ineccepibile sono note fondamentali per questa nuova tendenza.
Ciò che rende timidi i frequentatori è certamente la paura di incontrare chi non vorrebbero
mai, il collega, il vicino di casa o peggio ancora il datore di lavoro.
Questi locali sono i Club Prive e così per curiosità coppie stanche o per "tendenza"
si affacciano alla frequentazione di questi locali mentre i cultori di questa filosofia
si organizzano tra loro in alternativa e frequentano lussuosi raduni "riservatissimi"
ove nulla è lasciato al caso.